il_coniuge_che_tradisce_deve_pagare_le_spese_legali

il_coniuge_che_tradisce_deve_pagare_le_spese_legali

 

Una recente pronuncia della Corte di Cassazione addebita le spese della separazione al coniuge traditore

Vita dura per gli abituè del tradimento.
Se un’avventura clandestina è per molti fonte di gioia o di svago, se non di vanto, il suo epilogo può non essere altrettanto gradevole, soprattutto se colpisce nel portafogli.

Ma se all’inizio si agisce di istinto e non si riflette abbastanza, arriva il momento in cui bisogna fare i conti con la rabbia del coniuge tradito che in un modo o nell’altro può decidere di farla pagare cara al fedifrago.
In tutti i sensi.

Il modo più comune è quello di ricorrere alle vie legali, se non altro per mettere un punto ad una situazione matrimoniale ormai scomoda
E poi, se ci si può anche guadagnare qualcosa, tanto meglio.

Ma la legge cosa dice a riguardo?

Se fino a poco tempo fa il tradimento non era considerato un motivo valido per addebitare al fedifrago i costi della separazione, una nuova pronuncia della Corte di Cassazione ha ribaltato la cosa.

In alcune sentenze la suprema Corte aveva affermato che era necessario stabilire se l’infedeltà di uno dei coniugi era stata la causa reale della separazione oppure il suo effetto.
Insomma: per addebitare le spese della separazione non bastava la prova dell’infedeltà di uno dei due coniugi, ma bisognava stabilire che il tradimento si era inserito nel mènage familiare, distruggendolo.

Questo più o meno fino allo scorso marzo, quando al coniuge fedifrago, considerato un abituè del tradimento, sono state addebitate le spese legali del procedimento di separazione.

Mai esagerare quindi, perché si potrebbe incappare in un giudice non in linea con le sentenze del passato.

La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 5108 depositata il 13 marzo 2015 ha giudicato l’infedeltà del marito come la causa della fine del matrimonio ed in virtù di questo al traditore è stato intimato di pagare tutte le spese legali.

Nel corso del giudizio il marito aveva provato a difendersi sostenendo che i suoi tradimenti non potevano assolutamente essere stati il motivo dell’intollerabilità della convivenza visto che la relazione extraconiugale in questione era stata consumata qualche anno prima del ricorso per separazione.

Ma come si dice: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Infatti poco prima della separazione il marito aveva tentato un approccio con una terza donna alla quale aveva addirittura fornito false generalità per tentare di nascondere il suo comportamento.

La cosa però è emersa lo stesso ed i giudici della Corte di Cassazione non hanno potuto far altro che confermare e rimarcare quanto stabilito nel precedente grado di giudizio: il giudice dell’appello aveva giustamente motivato la sussistenza del nesso di causalità correlando il comportamento recidivo del marito infedele con la causa della separazione.

Per questo motivo il giudizio precedente è stato riconfermato ed il marito traditore è stato costretto a pagare le spese.

© 2015 AvvocatoCivileOnline
Web Design e Pubblicità su Internet by MGVision

logo-footer

SEGUICI SU