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L’uomo è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, ma la pena è stata sospesa.

Caro è costato al professore il suo gesto azzardato.
A causa di quel bacio, dato a una sua studentessa durante una gita scolastica, pende ora a suo carico una condanna per violenza sessuale, seppur lieve.

La storica sentenza, che probabilmente farà da apripista in altri casi in cui l’accusa è di violenza sessuale, è stata emessa nel 2015 dal gip del Tribunale di Lecce Simona Panzera, mentre i fatti risalgono alla primavera del 2014.

Lui, docente in una scuola media dell’hinterland di Lecce, si era recato insieme ai suoi studenti in un’oasi naturale del Salento per una gita scolastica di fine anno, ma la giornata non è trascorsa come era nei suoi piani.

A detta della ragazzina dalla quale è partita la denuncia, il professore si sarebbe avvicinato a lei approfittando di un momento in cui si era trovata da sola, staccata dal gruppo dei suoi compagni.
A quel punto l’avrebbe costretta ad appartarsi lontano da sguardi indiscreti ed avrebbe tentato un approccio: delle avance troppo pesanti e insistenti, poi un bacio, prima che lei riuscisse a divincolarsi da quell’abbraccio per correre di nuovo dai suoi compagni.

Ma la cosa, ovviamente, non è finita lì.

Rientrata a casa la ragazzina ha raccontato ai suoi familiari quanto era accaduto.
I genitori, allarmati, hanno quindi deciso di accompagnare la figlia alla vicina caserma per denunciare l’accaduto.
A quel punto sono partite le indagini di rito e la studentessa è stata più volte ascoltata dagli inquirenti per portare alla luce tutti i dettagli dell’accaduto.
La ragazza ha sempre confermato la sua versione dei fatti, puntando l’accento sull’atteggiamento molesto del professore, rivolto a lei contro la sua volontà.

Bisogna specificare che per il codice penale, in questi casi, non esiste il consenso del minore.
Il minore, a differenza dell’adulto, viene considerato non completamente capace di autodeterminarsi e a seconda dell’età può essere più o meno influenzabile, manipolabile o vulnerabile.
Per questo gli atti sessuali con i minori di quattordici anni costituiscono sempre reato.

Chiamata a giudicare il caso, il gip del Tribunale di Lecce Simona Panzera è stata inflessibile.
L’uomo è stato accusato di violenza sessuale, seppure gli sia stata riconosciuta la lieve entità del reato.
Tradotto in pena, l’accusa di violenza sessuale è costata al professore un anno e quattro mesi di reclusione, ma grazie ad un accordo tra l’avvocato difensore e il sostituto procuratore si è arrivati alla sospensione della pena.

Il professore è stato libero quindi di tornare casa, seppur con una condanna davvero pesante a suo carico.
A questo punto bisogna vedere come si comporterà la scuola dove l’uomo insegnava: potrebbe infatti essere avviato un procedimento disciplinare a suo carico e non è escluso il licenziamento a causa dell’incompatibilità con l’ambiente scolastico.

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