Locazione a canone concordato

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Come funzionano i contratti di locazione a canone concordato

La locazione a canone concordato può essere una buona opzione per risparmiare.

Trattandosi di un contratto di locazione a prezzi calmierati rappresenta un vantaggio sia per l’inquilino che potrà pagare un affitto più basso, sia per il locatore che, dovendo pagare le tasse sull’affitto percepito, potrà beneficiare di una cedolare secca più bassa, pari al cioè al 10%.

Il contratto di locazione a canone concordato deve avere una durata non inferiore a tre anni, tacitamente rinnovabili per altri due anni.
Dal canone concordato sono escluse le locazioni brevi che vanno cioè da 1 a 18 mesi.

Gli importi massimi e minimi dei canoni stabiliti per il contratto concordato sono determinati a livello locale dalla contrattazione tra le associazioni dei proprietari e i sindacati degli inquilini e si basano sulle caratteristiche dell’immobile, sulla zona dove si trova e sul numero degli occupanti.

La locazione a canone concordato è comunque sempre più bassa rispetto a quella determinata dai prezzi di mercato.

Le agevolazioni fiscali per il proprietario

  • Il proprietario che sceglie di affittare il suo immobile con un contratto di locazione a canone concordato può beneficiare di una riduzione forfettaria del reddito che deriva dal canone di locazione stabilito ai sensi della Legge 431/98, pari al 15%, a cui si aggiunge una ulteriore riduzione del 30%.
    L’imposta va cioè calcolata sul totale del canone concordato ridotto del 40,5%;
  • il proprietario può anche usufruire della riduzione del 30% dell’imposta di registro;
  • nel caso in cui il Comune dove si trova l’immobile lo deliberi, può beneficiare anche di una ulteriore riduzione dell’Imu oppure di altre detrazioni.

Agevolazioni fiscali per l’inquilino

Gli inquilini a basso reddito possono usufruire di detrazioni fiscali sulla dichiarazione dei redditi di:

  • 495,80 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
  • 247,90 euro se il reddito complessivo non supera i 30.987,41 euro.

L’inquilino gode inoltre di una riduzione del 30% sull’imposta di registro sul contratto di locazione.

Nel caso in cui l’inquilino sia un lavoratore dipendente che abbia trasferito la propria residenza nel Comune o in un Comune limitrofo per motivi di lavoro nei tre anni che precedono quello in cui è stata richiesta la detrazione e sia titolare di un contratto di locazione di un immobile dove è la sua abitazione principale situato a non meno di 100 km di distanza dal precedente, fuori dalla regione di origine, può usufruire di una detrazione più alta:

  • 991,60 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
  • 495,80 euro se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro, ma non arriva a 30.987,41 euro.

Queste detrazioni spettano solo per i primi tre anni di trasferimento della residenza.

E poiché le detrazioni non sono cumulabili tra loro l’inquilino dovrà scegliere quella a lui più conveniente.

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